Cultura Tradizionale Cinese - Religioni - Wu De








durante una Cerimonia tradizionale 
                                              



Wude (virtù Marziale)


ETICA MARZIALE
Wude (武德, morale marziale o militare) è un termine utilizzato nelle arti marziali cinesi, che indica l’insieme di regole etiche a cui dovrebbe sottostare il praticante di Wushu, infatti in Cina sin dalla dinastia Zhou i valori militari (Wu, ) sono stati subordinati ai valori civili (Wen, ).. Lo Zuo Chuan (tradizione di Zuo) , scritto nel periodo delle primavere e degli autunni , nel “capitolo” Xuan Gong Shier Nian “elenca 7 virtù che ha la marzialità (Wu you qi de): 1)Jin bao (trattenersi dalla violenza); 2)Jibing (cessare le ostilità); 3)Bao da (proteggere la grandezza); 4)Ding gong (successo stabile o tranquillo); 5)Anmin (tranquillizzare o salvare il popolo); 6)He zhong (numerose amicizie); 7)Feng cai (ricchezza abbondante).

Nella società marziale cinese, il successo dello studente non è determinato dalla sua apparenza esteriore, o da quanto sia forte o debole, ma dalla sua moralità e dal suo modo di pensare.
I praticanti di arti marziali cinesi usano dire:"uno studente impiegherà 3 anni per trovare un buon insegnante, ed un insegnante osserverà uno studente 3 anni". Uno studente saggio realizza che è meglio spendere molti anni alla ricerca di un buon insegnante che perdere tempo imparando da uno mediocre. Un buon insegnate vi guiderà nella direzione giusta e vi aiuterà a costruire delle solide fondamenta per la vostra pratica futura. Un insegnante che non è qualificato non vi aiuterà a costruire delle solide fondamenta e vi potrà insegnare delle cattive abitudini. In più dei buoni insegnanti rappresenteranno sempre un buon esempio per gli studenti attraverso le loro virtù spirituali e morali. I buoni insegnanti di arti marziali insegnano non solo tecniche marziali, essi insegnano anche un modo di vita. Dal punto di vista dell'insegnante è molto duro trovare dei buoni studenti. Quando la gente ha cominciato da poco lo studio, di solito è entusiasta e sincera, accetta di buon grado la disciplina e le buone maniere. Ma con il passare del tempo, l'insegnante gradualmente si rende conto di che cosa è in cerca lo studente, e talvolta risulta abbastanza diverso dal motivo dell'inizio del loro rapporto. A causa di ciò gli insegnanti tradizionali, di solito spendono minimo tre anni osservando e controllando gli studenti prima di decidere di potersi fidare di essi e di passar loro i segreti dello stile. Ciò accadeva specialmente nei tempi antichi quando le arti marziali erano usate in guerra e le tecniche erano tenute segrete. La moralità marziale viene chiamata "wude". Gli insegnanti hanno a lungo considerato il wude come il criterio più importante per giudicare gli studenti, e lo hanno reso la parte più importante della pratica delle arti marziali tradizionali cinesi.

Nel wushu tradizionale, il successo o il progredire di uno studente non è determinato dalle sue abilità esteriori, ma dal suo modo di capire e dalla sua moralità. Basti pensare che i primi tre anni erano dedicati solamente allo studio del Jiazi (struttura) e ciò serviva anche per capire se il principiante aveva le doti morali per entrare nella famiglia marziale.
Varie scuole di Wushu nella storia Cinese hanno elaborato il loro dettagliato codice di etica marziale.
La scuola Shaolin (Shaolinpai), per esempio, ha stabilito i 10 comandamenti (少林十戒约 Shaolin shijie yue) per i suoi seguaci.
Shi Yanlong, un Venerabile Maestro dei giorni nostri, in un suo articolo dal titolo "Shaolin Wude" prende in considerazione due aspetti della morale marziale dello Shaolinquan: i doveri della mente (填情德, Tianqingde) e i doveri delle azioni (填情勋, Tianqinxun).


La moralità delle azioni (umiltà, rispetto, rettitudine, fiducia, lealtà) riguarda il rapporto dello studente con il suo maestro, i suoi compagni di allenamento, i praticanti delle altre arti marziali ed il pubblico in generale. Senza di essa, uno studente potrebbe abusare dell’arte ed utilizzarla per danneggiare la gente innocente.

La moralità della mente (volontà, resistenza,perseveranza, pazienza, coraggio) si riferisce all’auto miglioramento e alla spiritualità.
Nella mente di uno studente di Kung Fu Wushu durante la pratica c’è una costante lotta tra la mente emozionale (Xin) e la mente razionale (Yi). Gli elementi della moralità della mente guidano lo studente al punto dove la mente razionale può dominare e la maestria può essere raggiunta attraverso lo studio, imbrigliando e canalizzando il Qi.



Influenza Confuciana

Fino ai giorni nostri , lo studio dell’arte del combattimento è stato soggetto all’osservanza delle 5 virtù fondamentali (Wuchang) preconizzate dal Confucianesimo: Ren (benevolenza, umanità, bontà), Yi (giustizia, rettitudine, equità), Li (ordine, regole di condotta, ideale,riverenza) , Zhi (saggezza, intelligenza, ingegno) , Xin (verità, tener fede alla parola data, sincerità, coerenza). Queste virtù regolano sia i rapporti all’interno della scuola di pugilato che il comportamento del praticante in seno alla società e costituiscono una caratteristica per poter proseguire il proprio cammino nelle arti marziali tradizionali. Al proposito esistono alcuni detti.

Proverbi

“Chi vuole studiare l’arte deve innanzitutto rispettare l’etichetta (la ritualità, i riti), colui che vuole apprendere le tecniche marziali deve prima di tutto acquisire la virtù” (Weicheng xueyi xian xue li, weicheng xi wu xian xi de “Se il cuore è retto il pugilato sarà corretto, se il cuore è deviato, il pugilato sarà parziale” (Xin zhengze quan zheng, xin wai ze quan pian); “Il Gong fu è limitato, il benevolo non ha nemici” (Gong fu youxian, renzhewudi); “Per allenare la marzialità prima si deve allenare la morale, per insegnare all’uomo prima si deve insegnare al cuore” (Lian wu xian lian de, jiao ren xian jiao xin). Quindi un praticante potrebbe essere pieno di talento e lavorare impegnandosi duramente (gong fu) ma se non dimostra di essere moralmente degno, non riceverà un'istruzione completa dal suo Maestro. Generalmente un Maestro esamina per anni la morale di un possibile allievo prima di insegnargli ogni conoscenza in suo possesso.




Il Wude nei vari stili

Varie scuole di  Kung Fu Wushu nella storia Cinese hanno elaborato il loro dettagliato codice di etica marziale.
  • La scuola Shaolin (Shaolinpai), per esempio, ha stabilito i 10 comandamenti (Shaolin shijie yue) per i suoi seguaci.
Shi Yanlong, un Venerabile Maestro dei giorni nostri, in un suo articolo dal titolo "Shaolin Wude" prende in considerazione due aspetti della morale marziale dello Shaolinquan: i doveri della mente ( Tianqingde) e i doveri delle azioni ( Tianqinxun); riguardo ai primi egli elenca Rispetto (Song), Umiltà ( Qianbei), Rettitudine ( Yi), Fiducia ( Fu), Lealtà ( Zhong), e riguardo ai secondi Volontà ( Yao), Pazienza ( Naili), Perseveranza ( Hengxing), Pazienza ( Naixin), Coraggio ( Yong). Vedi anche: Regole Tempio di Shaolin .
  • La scuola Wudang (Wudangpai) ha tramandato “5 note” ( Wu bu chuan, 5 non tramandare) nel reclutamento di nuovi discepoli e nell’insegnamento delle arti marziali: le arti marziali non devono essere insegnate a persone con cattive qualità, a persone con mente diabolica, a persone bellicose, agli ubriaconi, a coloro che mettono in mostra le loro arti marziali.
  • Il maestro di Meihuaquan , Yang Bing ,nel suo libro Xiwuxu, prescrive 5 proibizioni (Wujie) e 5 obblighi (Wuyao). I Wujie di Yang Bing , pur avendo un nome Buddista, sono molto simili alle "5 note" Wudang.
  • Nel Bajiquan il Wude è ispirato dall' Islamismo e dal Confucianesimo.

Alcuni punti dell’etica marziale

  • Rispetto della vita umana: il praticante di arti marziali Tradizionali cinesi deve rispettare la vita umana, perché il Kung Fu o Wushu trae origine proprio dall’esigenza di proteggere la vita umana.
  • Enfasi sui principi morali: i principi morali forniscono le basi per il mantenimento di relazioni stabili tra gli uomini, e quindi tra l’uomo ed il contesto sociale. Chi vuole apprendere il Kung Fu o Wushu deve rispettare questi principi.
  • Enfasi sulla condotta morale e sul galateo: mentre si apprendono le abilità marziali, si devono anche coltivare le qualità morali; il senso di giustizia, la diligenza, la persistenza, l’onestà e l’impegno a lavorare duramente.
  • Rispetto per l’insegnante e cura reciproca: bisogna impegnarsi duramente in tutto ciò che il Maestro insegna; sia il maestro che l’allievo devono prendersi cura reciprocamente e fare tesoro della relazione che si instaura tra di loro.
  • Modestia e ardore: colui che studia le arti marziali dovrà cercare di migliorare la propria abilità e rifiutare di diventare arrogante e fare mostra della propria bravura per sminuire gli altri. Si deve imparare gli uni dagli altri per migliorare ed essere uniti e collaborare insieme.
  • Libertà dai rancori personali e dall’invidia: nell’apprendimento del Kung Fu o Wushu  si punta all’auto-difesa e a migliorare le proprie condizioni fisiche. Non si dovrebbe mai contendere con qualcuno seguendo i propri rancori o per intimidire il più debole. Non si devono utilizzare le capacità marziali per essere prepotenti o per reagire alle provocazioni.
  • Persistenza e perseveranza: la pratica delle arti marziali è un duro compito che richiede tempo e sforzi notevoli. Costanza e persistenza sono necessarie. Bisogna studiare e provare a comprendere pienamente i significati essenziali di ogni sequenza. La vera essenza e del  Kung Fu o Wushu, può essere appresa solo attraverso la resistenza e l’agire i movimenti corporei. 



MORALITA’ DELLA MENTE
La volontà (yi zhi): “Se l’uomo è una barca, la volontà è il suo remo”, dice il saggio. Ma la volontà dev’essere seguita dalla pazienza (heng xin), che insegna a ridimensionare i problemi e a trovare la forza in se stessi per fare piccoli passi ogni giorno. Pian piano subentrano la perseveranza (yi li) e la resistenza (ren nai), che insegnano ad andare avanti quando ormai si è logori e sfiniti. Se anche questa qualità è stata sviluppata, a un certo punto i risultati saranno visibili e allora la confidenza in noi stessi consentirà la nascita del coraggio (yong gan), l’ultima delle cinque virtù “interne” del Wude. “Coraggio” significa a questo punto che la volontà non è più “debole”, fatta solo per spingere avanti il carro della nostra esistenza, ma è diventata “forte”, al punto da trainare il proprio carro e da guidare quelli degli altri.
In sintesi, Wude e Kung fu, ovvero etica e arte marziale vanno di pari passo. Man mano che una persona cresce nelle arti marziali, allo stesso modo cresce la sua capacità di analizzare, capire e comportarsi in modo nuovo nella vita, sia nelle avversità sia nei momenti sereni.





     GREAT GRANDMASTERS WUSHU KUNG FU FOUNDERS


Yang Deng Fu taiji quan Yang

                 
Wu Yu Xiang - Wu Hao ( 1813-1880)

Sun Lu Tang Sun Taiji -( 1861-1933)
                                                 

Wong Fei Hung -(1847-1924)-Hung Gar

Shi zu Cai Yuming - Wuzu Quan
   

Li Cunyi - Xing Yi 
      (1847-1921)

Lam-Sai-Wing- Hoong Ka ( Hung Gar (1860-1943)

Huo Yun Jia (Mizong)  (1867-1910)

Great Grandmaster Li Shi Quan Shaolin


                            
Great Grandmaster Fuchensung ( Wudang) 1881-1953

Great  Grandmaster Chen fake holder of Chen Taiji Quan (1887-1957)

Great Grandmaster ChanHeung choy li fat

Great grandmaster Cho-Si  1886-1960 Shaolin
                                             
Great grandmaster Yip_Man ( 1893-1972) Wing Chun
Doshin So ( fondatore Shorinji Kempo ) a Shaolin Temple con il mitico Reverendo De Chan





IL TEMPIO SHAOLIN 

少林寺 


Sintesi sul Tempio di Shaolin


Il termine Shaolin è composto da ( shaogiovane), si riferisce a Shaoshi, nome di una delle montagne della catena del Monte Song e da (linforesta). Con (tzu,monastero, tempio, la traduzione letteraria di 少林寺 sarebbe quindi : monastero/tempio della foresta del Monte Shaoshi.

Alcuni scrittori traducono a volte Shaolin, in maniera sommaria, giovane foresta



Storia

 (Foto delle rovine-1928)



                  

La storia del monastero, le sue implicazioni politiche e militari, e il suo ruolo di passaggio nel contributo dato alle arti marziali attuali sono ricche di numerose leggende sviluppatosi nei secoli.
Trasmesse da antichi manoscritti, queste leggende rimangono ancora vive nella cultura dei praticanti di arti marziali, malgrado studi storici e scoperte archeologiche contemporaneo.



Fondazione del Monastero



Il monastero Shaolin fu edificato alla fine del V°secolo, in onore del monaco indiano « Batuo »
Che predicò in Cina dal 464 il Buddismo Theravada e divenne il primo patriarca del Monastero.
Nell’anno 477, secondo le biografie i monaci imminenti (645) di “ Daoxuan”, Tempio sulla faccia nord del Shaoshi e attribuiscono all’Imperatore Xiaowendi  la costruzione del tempio.
Un registro dei monasteri Buddista dello Luoyang (747) di “Yang Xuanzhi” e il Ming”Yotonhzhi(1461)di” Li Xian” confermono il tutto. Ma è nell’anno 497 che un altro scritto lo registra “le Jiaqing Chongxiu Yitongzhi (1843)”.







Buddhismo Chan e Arti Marziali




Secondo la leggenda, il monaco indiano Bodidharma (? -536?)arriva al monastero e sviluppa l’insegnamento del buddismo Chan, insieme ad una pratica marziale ai monaci per aiutarli a difendersi dagli animali e dai briganti.
Le ricerche accademiche criticano questa leggenda già nel XVIII° secolo. L’esistenza storica di un missionario indiano o persiano venuto in Cina nel 480, che divulgò l’insegnamento buddista nella regione del Luoyang fino al 520 è generalmente accetto da tutti.
Ma molti storici considerano che l’attribuire a Bodidharma come fondatore del “ Buddismo Chan”
Sia errata e falsa, ed è menzionato in documenti del 16°secolo.
“ attraverso un processo prolungato e dinamico di sviluppo e scambio, il Buddismo integra nella sua dottrina dei concetti del confucianesimo e del taoismo, e si trasforma finalmente in una nuova ortodossa religione conosciuta come “Chan”
Lo stesso, i storici datano dal XVII° secolo, la leggenda vuole attribuire a Boddhidarma la creazione delle arti marziali Shaolin. Le prime notizie scritte che descrivono di pratiche fisiche(Qi Gong) a Shaolin (come luogo) appaiono in effetti in alcuni passaggi del Yì Jīn Jīng (datato del VII° secolo),
di cui l’autenticità da parte di storici, è in discussione, poiché loro estimono che sia solo a partire del XVII° Secolo. Per giunta, la tradizione che ricollega a Shaolin, l’invenzione delle prime tecniche marziali cinesi, è rifiutato da testi antecedente alla creazione del monastero.




Ingresso visite grotta Damo
                                                        

Distruzione
Il monastero è stato distrutto e ricostruito in diversi periodi.
Nel 1641, le truppe di ribelli anti Ming di Li Zicheng saccheggiarono il monastero a causa del sostegno dato dai monaci alla dinastia Ming e la eventuale minaccia che potessero rappresentare per i ribelli.
Questi saccheggi distrusse effettivamente la forza combattiva del monastero.
La storia della distruzione del monastero più diffusa, è quella di una presunta distruzione da parte del governo “Ching”(Qing), per presunta e provata attività anti Ching. Questa presunta distruzione
o incendio, avrebbe avuto luogo, nel 1647 sotto l’imperatore “Sunzhi”, oppure sotto l’imperatore “Kangxi”, o nel 1732 sotto l’imperatore “Yongzheng”. Questa distruzione sembrerebbe abbia contribuito alla divulgazione delle arti marziali “Shaolin” in tutta la Cina, per via di cinque leggendari monaci fuggitivi. Alcuni racconti narrano che un certo monastero Shaolin nel sud (Fukien) sarebbe stato distrutto al posto o insieme del monastero dello Henan.
Queste storie appaiono continuamente nella storia delle arti marziali, nella letteratura, e nel cinema.
Benché queste presunte distruzioni siano comuni per tutti i praticanti di arti marziali, e servono spesso come racconti sull’origine di differenti stili di arti marziali, la loro veridicità è davvero dubbiosa. Questi eventi sono spesso conosciuti nelle storie contraddittorie delle società segrete
del XIX° secolo, o dalla letteratura popolare, e sembra anche di appoggiarsi sul folklore del Fujian(provincia del sud est della Cina) e su racconti popolari.    


Una cosa è sicura è la distruzione del 1928 per ordine del generale del Kuomintang “Shi Yousan”
Che mise a fuoco e fiamme il tempio Shaolin.




Apertura del tempio Shaolin del sud (Putian)-2004



Festività nel corso dell'apertura 2004










all'interno dei padiglioni le divinità


i nuovi monaci e allievi del sud




Rovine - resti tempio Fukien 1990







Tradizione Cantonese


佛山

La città di Foshan

La danza del leone

Il tè

La medicina tradizionale

L’opera cantonese

Creata sotto la dinastia Jin (265-420), è chiamata in quanto sotto i Tang(618-907). “Foshan” è una delle quattro città più antica della Cina. Si colloca nella provincia di Canton.

Foshan è ala volta il luogo di nascita dell’opera cantonese, della danza del leone e una delle culle del Kung Fu. Come stili maggiori del sud della Cina, riconosciamo : Hung Gar Kuen  洪家拳(Hung Jia Quan),il Wing Chun o Ving Tsun 詠春拳(Yung Chun Quan), il Pak Mei白眉拳(Bai Mei Quan), il Long Yin Kuen 龍形拳( Lung Yin Quan),il Choy Li Fat 蔡李佛拳 (Tsai Li Fo), o ancora il Liu He Ba Fa六合八法拳, sono nate o alcuni sviluppati, per molti secoli.

Benché Foshan è ugualmente celebre per la sua ceramica e le sue porcellane, il forno più antico Shi Wan  è in funzione dalla dinastia Tang, è soprattutto conosciuta per il suo collegamento con le arti marziali. Al centro della città si trova il tempio ancestrale Zu Miao 祖庙 dedicato alla divinità taoista “Beidi” l’Imperatore del Nord, risalendo alla dinastia Song (960-1279). All’interno di questo tempio è eretto un memorial del celebre Wong Fei Hong 黄飞鸿, maestro dello stile Hung Ga (in cantonese) e medico emerito, molto conosciuto per la sua abilità nella danza del leone.

Davanti questo memorial, la migliore associazione effettua ogni giorno dell’anno una danza del leone in onore di Wong Fei Hong. Sempre in seno al tempio ancestrale “Zu Miao”, figura ugualmente memorabile “Yip Man” 叶问, maestro di Kung Fu Ving Tsun originario di Foshan. 




 “Yip Man” 叶问


Oggi, la pratica delle arti marziali a Foshan è sempre molto popolare ed estremamente divulgata come lo testimoniano la presenza di circa 18000 praticanti di arti marziali, nel corso della cerimonia d’inaugurazione dello stadio della città di Foshan nel 2007.




Wong Fei Hong 黄飞鸿





舞狮
La Danza del leone      
A volte chiamata danza del drago o della bicorna, la danza del leone è uno spettacolo popolare molto apprezzato in Cina, gli si attribuisce il potere di fare fuggire i cattivi spiriti e di portare fortuna e prosperità. Secondo la leggenda raccontata da anziani Sifu (Shi Fu), la danza del leone
Sarebbe apparsa alla fine della dinastia Qing, quando le bestie feroce attaccarono a più riprese un villaggio nei pressi di Foshan, terrorizzando la popolazione e devastando i raccolti. Dopo essersi ripresi e organizzati per reagire, gli abitanti del villaggio decisero di costruire un leone immaginario
Con l’aiuto di piume e di stoffa per spaventare le bestie feroci, e lo misero al centro del villaggio.
Non subirono più attacchi e attribuirono questa vittoria al leone che scelsero per celebrare in una festa da fare ogni anno. Oggi ancora, il leone simboleggia in Cina la Felicità e la prosperità, ed è per questo che una danza del leone accompagna ogni evento importante, dal nuovo anno cinese(capodanno), agli anniversari, matrimoni, funerali e eventi di ogni genere come inaugurazione di attività commerciali.
Nella regione di Canton e più precisamente a Foshan dove essa trova le sue origini, la danza del leone è stato oggetto di una vera codificazione da parte di Wong Fei Hung, sotto il nome delle tre stelle 三星.Oggi i passi che costituiscono il repertorio classico della danza del leone sono evoluti e hanno dato nascita a dei movimenti ancora più tonici e vivaci: le sette stelle七星. Sotto un leone si trovano due danzatori, l’uno anima la testa dell’animale e l’altro il corpo, effettuano insieme una coreografia mirando a personificare il mitico leone.
Il leone può muoversi su più tipi di “supporti”, tanto al suolo che su banchi o pali in funzione del soggetto nella quale la danza è eseguita e dell’agilità dei “danzatori”. I leoni sono di diversi colori secondo gli eroi del periodo dei tre regni che loro rappresentano, tanto per conoscenza il colore giallo è per “Liu Bei 刘备,il rosso per Guang Yu  关羽, e il nero per Zhang Fei 张飞.





il tè
Il tè e la cerimonia del tè, rivestono un’importanza particolare nella pratica del Kung Fu nel quale simbolizza sia la condivisione e la trasmissione. Questa cosa significativa si spiega con il gusto dei cinesi per il tè, ma soprattutto per l’evoluzione della percezione stessa del tè in Cina.
Si attribuisce la scoperta del tè e delle virtù (proprietà) medicinale delle piante a Shennong 神农.
Divinità considerata come il padre dell’agricoltura e della medicina in Cina, Shennong avrebbe testato su se stesso diverse piante per osservarne gli effetti e la leggenda vuole che dopo essersi avvelenato sa solo seguito ai suoi esperimenti, egli riuscì a disintossicarsi grazie all’infuso di una foglia di tè. Dopo essere stato” concepito” conosciuto come farmaco, il tè è utilizzato come bevanda sotto la dinastia Han, intanto la cultura del tè si divulga nel Sichuan e nel Yunnan grazie a “Zhu Ge Liang” 诸葛亮, chiamato anche” Kong Ming”. In omaggio a questo illustre stratega del reame di Shu Han del periodo dei tre regni (220-265), si chiamano le teiere “alberi di Kong Ming”. Infine sotto la dinastia dei Tang, il tè diventa un arte allo stesso titolo della poesia, la pittura, o la calligrafia. 
Benché il servizio da tè cinese, è chiamato “Kung Fu Cha” 功夫茶, in Cina, quest’ultimo corrisponde di più ad un metodo di preparazione del tè, che possiede un autentico cerimoniale solenne come quello praticato in Giappone. Molto popolare nella provincia di Guandong, il Kunmg Fu Cha mira a raggiungere la sua migliore espressione degli aromi e dei sapori del tè, dal quale si dice dà serenità e rende vivace lo spirito. Il tè mantiene i legami stretti con il taoismo e il buddismo, e costituisce grazie alle sue proprietà rinfrescante e del risveglio dello spirito, la bevanda della meditazione per eccellenza. Il Kung Fu Cha è legato alla pratica del Kung Fu, corrisponde ad un momento di condivisione tra allievi, discepoli e maestri che si ritrovano sempre attorno ad una tazza di tè prima e dopo l’allenamento. La cerimonia di discepolo che costituisce l’uno dei momenti più importante nella vita di una scuola di Kung Fu e di quella di un praticante, si realizza attraverso la cerimonia del tè, nel corso della quale, l’allievo in ginocchia davanti il suo maestro per offrirgli una tazza di tè, simbolo della volontà e del rispetto dell’allievo che vuol diventare discepolo.





 
中医
La medicina tradizionale

La medicina tradizionale cinese è collegata ai principi taoisti dello Yin e Yang cosi dei 5 elementi. Essa è costituita da diversi metodi di pratica, dalle quali le più conosciute sono l’agopuntura, l’erboristeria e i massaggi, tutti legati ai stessi principi ereditati da una tradizione che supera i 3000 anni.
La forma della medicina cinese la più praticata dai maestri di Kung Fu è il Dit Da 跌打, che mira a curare i differenti traumi esterni del corpo quali, contusioni, distorsioni e le stesse fratture. Questa medicina ortopedica permette a loro volta ai maestri di Kung Fu si curarsi in caso di ferite e di migliorare il loro lavoro di Qi Gong. Wong Fei Hung, maestro dello stile Hung Ga, era molto conosciuto per il suo Dit Da.
Nei medicamenti tradizionali cinesi, il Sifu si serve del Dit Da Jow 跌打酒, un decotto a base di radici e piante che egli ha appreso dal proprio maestro. Il Dit Da Jow accompagna i praticanti di Kung Fu ed è noto per l’aiuto nel rinforzare le fibbre muscolari e l’ indurimento della struttura ossea.









粤剧
L’opera cantonese
L’opera è nel centro della cultura cantonese, è si fa forte con artisti i è più prestigiosi nel campo della musica e del canto, come d’altronde nelle arti marziali. In effetti, l’opera associa musica e canto, costumi, e strumenti di musica tradizionale per fare rivivere dei momenti della vita quotidiana cinese o dei racconti epici della storia imperiale e mette in scena, combattimenti con armi inspirate alle arti marziali cinesi.
La creazione dell’opera cinese è generalmente attribuita all’ imperatore “Xuanzong” della dinastia Qiong Hua 琼花会馆 si presume che sia stata fondata durante la dinastia Ming a Foshan.
Tra gli attori delle truppe, non era difficile trovarci praticanti  o maestri di Kung Fu, poiché se potevano aiutare alla coreografia di combattimenti assicurandosi l’incolumità degli attori.
A Foshan, la piattaforma “Wan Fu”situata nel tempio ancestrale costituiva una volta un luogo di rappresentazione. Nel rispetto delle tradizioni e del passato, la città di Foshan continua a preservare il tutto.

















Religioni, Filosofie, riti.






Yi Jing
Numerosi trattati religiosi specificamente cinesi sono stati canonizzati attraverso lo Yi Jing 
o classico delle mutazioni. Proveniente dall’interpretazione di segni e presaggi, di origine naturale,
quest’opera a generato diverse generazioni interpretative. Le mutazioni degli elementi complementari, Yin e Yang, sono sminuiti attraverso i suoi capitoli e i libri scritti, di natura ermetica in verità e intrinseca realtà legata a rituali divinatori, in realtà è un manuale sciamanico, nel quale le virtù metafisiche dei caratteri cinesi trovano la loro sorgente.







 Il Taoismo
Il taoismo, o piuttosto le correnti taoiste, sono apparse nel II°secolo, inspirate dalle correnti dello Yin e Yang e dei cinque elementi, come d’altronde le scritture del Filosofo Lao Tzu (老子),  
di cui il famoso Libro della Via e della Virtù Daode Jing (道德經) che con il libro delle Mutazioni Yi Jing(怡景), è all’origine dell’esoterismo cinese..
le sue correnti si sono costantemente arricchite da nuove influenze e hanno fornito all’insieme della religione cinese molti dei suoi concetti e pratiche cosi un certo numero delle sue divinità.
I maestri taoisti conoscono ormai un “patrimonio” di riti antichi. Oggi ci  sarebbero attivi più di 1500 templi Taoisti in Cina.





 Il Confucianesimo

Fondato sull’insegnamento della vita di Kǒngzǐ - K'ung Fu-tzu (孔子), specialmente attraverso i suoi insegnamenti e le opere dei suoi discepoli come Mèngzǐ - Meng-tzu (孟子 ), il confucianesimo è stato elevato in dottrina di stato,trovando la sua massima espressione sotto la dinastia Song.
Naturalmente fedele alle interpretazioni delle dinastie regnanti, la dottrina originale di Confucio
Non è assolutamente sinonimo di sottomissione alle istituzioni, come alcuni contemporanei fanno osservazioni. Storicamente, il confucianesimo ha nonostante contribuito ad imporre l’ideologia delle “cinque relazioni” tra soggetti, finalizzato ad affermare l’ordine sociale e il legame cosmico tra le posizioni gerarchiche e virtù celestiali.




 Il Buddismo
Apparso già nel primo secolo dopo cristo, il buddismo ha profondamente segnato le credenze religiose in Cina, generando a volte violenti onde di repressioni anti-buddiste. La Cina ha formato uno dei maggiori centri di “civiltà Buddista”al mondo, attraverso le sue opere di traduzioni e espansione della religione attraversando numerose regioni asiatiche. Il Giappone e la Corea in particolare hanno largamente beneficiato della ricchezza di trasmissione delle tradizioni buddiste in Cina.
Il buddismo cinese appartiene in maggioranza alla corrente Mahayana. Una delle sue forme, il buddismo Tibetano( o lamaismo), diffuso soprattutto inTibet e in Mongolia interna, raccoglie sempre più adepti tra gli” Han”da qualche decennio. Il buddismo del piccolo veicolo è presente anche lui, ma nettamente minoritario. Si stima che ci siano circa 13000 templi buddisti in Cina.






Chan
Il Chan () risulta essere la sintesi tra taoismo e buddismo. Secondo la leggenda, il fondatore di questa dottrina sarebbe stato Bodidharma 28°patriarca del buddismo indiano che, venuto dall’india
Si è recato tra il 520 e 526 al tempio di Shaolin in Cina. Secondo la tradizione, e ilo folklore popolare, lo Shaolin quan, arte marziale basandosi su una precisa conoscenza delle regole iniziali della scissione del taoismo e buddismo. La lezione concettuale del Chan è comunicata attraverso i “Koan”, aforismi corti che hanno l’apparenza di innocui  poemi, ma che sintetizzano al massimo
Il modello o l’ideale e la codificazione della trasmissione morale dei monaci. Il pellegrinare di Bodidharma è il soggetto di numerose pubblicazioni. Dal Chan è nato lo zen, in Giappone.


Religioni Popolare cinese
La pratica religiosa nella maggioranza della popolazione(prima del 1949 per la Cina continentale) consiste in una miscella di taoismo, confucianesimo, buddismo e tradizioni locali, spesso denominata religione popolare.








Cristianesimo

Nel libro di Tomaso, fonda la chiesa in Cina, evangelizzando una piccola parte del territorio cinese tra l’anno 65 e l’anno 68, ciò che dimostrerebbe come la Cina è stata uno dei primi paesi cristianizzato al mondo (edizioni del Giubileo)
Evidenti tracce della cultura cristiana in Cina risalgono a stele nestoriane del VII° secolo,                           (Con il termine nestorianesimo si intende la dottrina cristologica propugnata dal vescovo siriano Nestorio (381-451) e la Chiesa cristiana afferente alla sua figura religiosa. Il nestorianesimo, rifiutando l'interpretazione divina della figura di Cristo, afferma la sola comunanza delle due nature distinte, umana e divina, in Cristo, scartandone l'unione ipostatica. Le dottrine di Nestorio furono condannate dal Concilio di Efeso nel 431).
Poi vennero nel VII°secolo, i francescani, di cui l’attività missionaria fu interrotta un secolo dopo su ordine imperiale.
Furono dei missionari gesuiti , inizialmente portoghesi, che riuscirono a fare mantenere contatti regolari tra i mondi cinese e occidentale. La Cina rimane relativamente chiusa alle inclinazioni espansive cristiane. Nel 1601 Matteo Ricci e i suoi compagni furono ammessi a Beijing (Pechino) ma la missione cattolica fu quasi presto “sospesa” dalla “disputa dei riti”, che portò l’imperatore a proibire le conversioni nel 1724, la sospensione della” compagnia di Jesus” nel 1733 da parte del papa  mise fine alla missione. Il protestantesimo è stato introdotto durante le guerre dell’oppio attraverso missionari britannici, in seguito americani.
Oggi sono presenti più di 4600 chiese e luoghi di riunione cattolica e 12000 templi e più di 25000 luoghi di culto protestante. Esiste una chiesa cattolica ufficiale, non riconosciuta dal Vaticano, ma riconosciuta dalla dittatura comunista, e una chiesa cattolica romana di fatto clandestina, la chiesa ortodossa è presente per rispondere ai bisogni dei cinesi di origine russa, installati nei confini Nord e Ovest del paese, ma rimane molto marginale.


Islam

La torre della grande Moschea dello Xi’an, testimonia della presenza dell’islam in Cina con lo sviluppo “della strada della seta”. A partire del VII°secolo si è costituito un altro vettore di scambi culturali particolarmente ricco in Cina, specialmente attraverso la via della seta, dove delle culture “multi culturali”sono emerse, per esempio nella regione del “Tarim”, dove risiedono ancora oggi.


Lo Yunnan è stato uno dei luoghi di scambio cino-islamico: il celebre navigatore “Zheng He” era un musulmano originario dello Yunnan. I membri dell’etnia “Hui”, sono davvero simili culturalmente agli “Han” attuali al di là della loro religione, provengono da “Han” convertiti all’islam non cinesi, che mescolandosi hanno creato questa etnia.
L ‘islam ha conosciuto la sua più forte espansione sotto la dinastia Yuan () (1271-1368).
Si contano oggi quasi 3000 moschea nel paese.




 Altre religioni
   Lo zoroastrismo ( Religione ufficiale ben prima dell'avvento dell'Islam, lo zoroastrismo (o mazdaismo dal dio Mazda, o anche magismo dai "magi", i sacerdoti sacri) e il manicheismo             ( manicheismo s. m. [der. di manicheo]. – 1. Religione fondata nell'antica Persia da Mani, noto in Occidente anche come Manicheo, nel 3° sec. d. C.) sono entrati in Cina influenzando la religione popolare, in particolare la seconda.
All’inizio del XX°secolo, molti movimenti sincretistici (Riguardante il sincretismo, sistema costituito dalla fusione di principi e filosofie molto diverse) come confucianesimo-taoismo-buddismo,sono apparsi, ma sono stati rapidamente eliminati dalle scelte politiche dei loro dirigenti.





Molto recentemente, nonostante la diffidenza del partito comunista cinese nel riguardo di organizzazioni o movimenti civili di grande ampiezza, una nuova religione- o setta sincretistica, “Falun Gong” è emersa nel 1992. da fonti di pubblica sicurezza(1998) conterebbe nelle sue fila più di 80 milioni di seguaci.
Lo Sciamanesimo è praticato principalmente dalle minoranze cinesi; il “Dondba”è una religione proveniente dal lamaismo (Tibet), sopravvissuta da una antica religione praticata dai “NaXi”, una delle numerose etnie in Cina, di origine tibetana, vivente nello Yunnan.

























Il significato e l'origine della parola karma

Karma è una parola sanscrita che può essere tradotta semplicisticamente come “agire”. In tal senso “azione” è quella indicata nelle filosofie orientali come azione spinta dalla volontà in relazione al principio di causa ed effetto, vincolando gli esseri dotati di intelligenza e capaci di provare emozioni e sensazioni, al Samsāra ovvero al ciclo di vita, morte e rinascita. Il Karma è un concetto centrale nell'Induismo, nel Buddhismo e in altre religioni. Verso il XIX secolo cominciò a diffondersi in occidente sotto la spinta della società Teosofica e attualmente riveste un importanza centrale in numerose discipline New Age.
Il concetto di karma in senso buddista viene spesso frainteso anche in oriente, dove ha una lunga storia ed è tuttora presente in numerose culture.
In passato questo principio è stato usato in modo negativo per far sì che i membri svantaggiati della società accettassero le condizioni di vita che si trovavano ad affrontare. Secondo questa interpretazione “rivolta al passato” loro stessi ne erano stati gli artefici, e la sofferenza presente non era che la conseguenza di azioni negative che avevano posto nel passato.

Così, giudicandosi riprovevoli e colpevoli della propria situazione, molti venivano presi da un senso di impotenza. Questa però è una distorsione del significato buddista di karma. Accettare l’idea del karma non significa vivere oppressi dalla colpa e con l’incertezza di non conoscere le cause passate della propria infelicità, ma al contrario significa avere fiducia che il destino è nelle nostre mani e che abbiamo il potere di trasformarlo al meglio in ogni momento.






Karma e la reincarnazione

La parola karma è sempre più utilizzata oggi, ma pochissime persone sono in grado di capire il significato di questa parola. Tutti conoscono l'effetto boomerang: quello che faccio per gli altri tornerà a me un giorno o l'altro; questo è ciò che significa il karma.
Noi raccogliamo ciò che seminiamo. La maggior parte di noi sono sulla terra, perché abbiamo una missione da compiere e debiti da pagare verso la vita. Il  Karma e la reincarnazione La legge del karma non è una punizione, ma una legge d'amore che porta speranza. Attraverso l'amore, capiamo le conseguenze delle nostre azioni in modo che la nostra anima può crescere. Una vita non basta per l'anima che deve pagare i suoi debiti karmici. Perché abbiamo il libero arbitrio, possiamo cambiare il nostro destino e la fiamma viola possiamo trasmutare questo karma.

Secondo la tradizione, la legge del karma rivela i nostri pensieri, le nostre parole e azioni, sia in positivo che in negativo e che noi ne subiremo personalmente le conseguenze, positivamente o negativamente. Il Karma è il nostro più grande benefattore perché ci rinvia il bene che abbiamo fatto agli altri; esso è anche il nostro più grande insegnante perché ci permette di imparare dai nostri errori.
La credenza nel karma e la reincarnazione si ritrovano in molte culture e religioni, antiche e moderne. Per esempio, nell' Induismo ci spiegano che l'anima raccoglie ciò che ha seminato nelle vite precedenti, il bene come il male. Nell'antica Grecia, Pitagora insegnò che le numerose incarnazioni dell'anima gli davano la possibilità di purificarsi e di perfezionarsi. Nella tradizione giudaico-cristiana, Gesù stesso ci insegna che noi siamo karmicamente responsabili delle nostre parole: "Ogni parola infondata che gli uomini hanno pronunciato, ne renderanno conto nel Giorno del Giudizio. "L'apostolo Paolo annuncia la legge del karma, quando ha detto:" Per quello che si semina, si raccolgono il ... Ognuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica. "La fiamma viola, dono di Santo-Germano, è la fiamma che è attiva in noi la misericordia, il perdono e la trasmutazione del karma.
La fiamma viola trasmuta la causa, l'effetto, il registro e la memoria di tutto ciò che non è armonia divina in noi. Essa ci può aiutare nel processo di risoluzione del karma a farci diventare un nuovo essere.



Solo chi ha il coraggio di scrivere la parola fine, può trovare la forza per scrivere la parola inizio

Zuo Ch'an Yi - (坐禅仪)

(Zen)

            (Metodo della Scuola Ch'an per la pratica della meditazione seduta)
            Frasi…..

La vita non è acquistare e avere,….. ma dare ed essere.


Qual’è il suono di una sola mano che applaude?
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Abbandonare ogni attaccamento, ogni dipendenza nei confronti di cose e persone, situazioni e circostanze, significa lasciar morire l’io psicologico.
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Un monaco desideroso di imparare lo zen, chiese al maestro: “Qual’è la via che conduce allo zen?”.
Il maestro rispose: “Senti il mormorio del torrente lontano?”. “Lo sento”, disse il monaco. E il maestro: “È lì l’ingresso”.
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Se tu desideri la grande quiete, preparati a sudare bianche perle
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Bussa al cielo e ascolta il suono!
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Per vedere chiaramente la nostra immagine, dobbiamo solamente pulire lo specchio.
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Dì una parola con la bocca chiusa!
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Un monaco chiese al maestro Haryo: “Cosa è la Via?”. Haryo rispose: “Un uomo che cade nel pozzo a occhi aperti”.
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Trattenersi non vuol dire rinunciare, ma esaltare la dote della pazienza.
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Sostanzialmente l’arciere quando mira ad una preda, mira a se stesso.

Nella mente del novizio ci sono molte possibilità, ma nella mente dell’esperto ve ne sono poche.
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Il maestro apre la porta, ma tocca all'allievo il compito di varcarla.
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Se qualcuno ti getta una tazza da tè, afferrala! Afferrala prontamente con morbido cotone, con il cotone della tua abile mente!
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Liberati del sé e agisci a partire dal sé!
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La Via perfetta non conosce difficoltà, esclude solo ogni preferenza.
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Se capisci una cosa nella sua interezza, puoi capire ogni cosa.
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Sii padrone della mente anziché essere padroneggiato dalla mente.
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Qualunque cosa accada occorre sempre conservare quello che è dentro i nostri cuori.
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Quando un uomo comune, attinge alla conoscenza, è un saggio; quando un saggio attinge alla comprensione, è un uomo comune.
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Sia il discorso che il silenzio trasgrediscono.
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Il primo tesoro è l'amore, il secondo la frugalità, il terzo non mettersi mai al primo posto.
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Se non puoi fare niente, che cosa puoi fare?
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Il mondo è la propria magia.
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Lotta con tutti i pensieri estranei. Tieni la tua mente su ciò che stai facendo, sia esternamente che internamente.


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Un monaco chiese a Chao-Chou: “Sono appena entrato in monastero. Ti prego, dammi qualche consiglio. Rispose Chao-Chou: “Hai mangiato la zuppa di riso?”. Il monaco: “Sì”. E Chao-Chou: “Allora va a lavare la tua ciotola”.
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Com’è rinfrancante il nitrito di un cavallo da soma liberato da ogni peso!
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Il maestro chiese: “Chi ti ostacola?”. L’allievo: “Nessuno mi ostacola”. Replicò il maestro: “E allora, che bisogno c’è di cercare la liberazione?”.
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Conosci la Madre per comprendere le sue creature.
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Ricerca nella tua visione. Ripensa alla mente che pensa. Chi è?
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La nostra vita è lo strumento mediante il quale compiamo esperimenti con la verità.
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Abbi il tuo scopo davanti a te a ogni passo che fai. Tu desideri la libertà e non devi dimenticarlo mai.
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Lo stelo del fiore, sapiente percepisce la bufera e si piega al suo arrivo.
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Qual’è la tua faccia originaria di prima che tua madre e tuo padre nascessero?
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Parlare sempre di zen è come cercare orme di pesce nel letto di un torrente asciutto.


Nel momento in cui proviamo della rabbia, abbiamo già smesso di lottare per la verità e abbiamo iniziato a lottare soltanto per noi stessi.
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Se sulla via incontri un uomo che sa, non dire una parola, non restare in silenzio!
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Ogni cosa è la stessa; ogni cosa è diversa.
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Il successo nella vita spirituale non è dato da eventi eccezionali ma da dedizione quotidiana.
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Un monaco chiese a Chao-Chou: “Se viene un povero, che cosa bisognerebbe dargli?”. “Non gli manca niente”, rispose il maestro.
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Se spostiamo i macigni, anche il fiume cambierà il suo corso.
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Si può portare il bue assetato al fiume, ma, se non sarà lui a bere, morirà.
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L’illusione fondamentale dell’umanità consiste nel supporre che io sono qui e tu sei lì.
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Meditiamo su ciò che vogliamo realmente. Avere uno scopo saldo tende il filo della motivazione.
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Ritirati quando l’opera è compiuta, altre ti aspettano.

Una grande illuminazione nasce da un grande dubbio.
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E’ meglio viaggiare bene piuttosto che arrivare.
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Prima di studiare lo zen, i monti erano i monti e le acque erano le acque; quando cominciai a studiare lo zen, i monti non erano più i monti e le acque non erano più le acque. Dopo l’illuminazione, i monti sono tornati ad essere monti e le acque sono tornate ad essere acque.
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Quando hai compreso a fondo, non c’è nulla da capire.
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Colui che divide il proprio sapere e lo discute con gli altri, ottiene una conoscenza universale serena. Povero invece chi pensa di sapere e tiene per sé. Perché così percorre la strada senza sbocco della limitazione.





Bellissimo Tempio in Camboggia ( Foto mandata dall'Allievo Charles Roubes)










1 commento:

  1. Anche per chi pratica da tanto un altra arte marziale tradizionale, diversa da quella di questa scuola, è vivamente consigliata la visione di sezioni come quest'ultima: riguardante discorsi specifici sui valori, sulle tradizioni, sulle differenze e le similitudini che vi possono essere tra le varie discipline. Un buon praticante che si rispetti, ne trarrebbe già beneficio anche leggendo solamente il primo paragrafo dedicato al Wude!!

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