International Li Cheng Kuoshu Kung Fu Association





           
Scuola ("International  Li Cheng Kuoshu Kung Fu Association")
Direttore Tecnico Shi Fu Lucien Gatti
Consulente Tecnico Europeo: 師公 Shī Gōng (SI KUNG)Cosimo Gesmundo





  


    Scuola "Hei Long" Aveyron - France du sud
                      Stile Li Cheng Family
                                                    











Programmi di Insegnamento

 Vi è una distinzione tra stili esterni o Waijia 外家 oShaolin e stili interni o Neijia 内家
 o Wudang. Il Kung Fu elenca i seguenti Stili Esterni, praticati  nell International Li Cheng
 Kuoshu Kung Fu Association (Arti Marziali Tradizionali Cinesi , associazione che
 rappresenta la Scuola Li in Europa) e nella Traditional Chinese Martial Arts Kung Fu Li Cheng Europe.
  1. Kung Fu Tradizionale del Nord e Sud della Famigli Li, (傳統功夫南北李家)
  2. Hongmen ( 洪门) Kung Fu della porta Hong Pai
  3.  Mei Hua Ch’uan, il Pugilato del Fiore di Prugno(梅花拳)
  4. Ba Chi Ch’uan (definito Boxe delle otto direzioni), il Pugilato degli Otto Estremi (八极拳)
  5. Hung Ch’uan (definito Boxe del Maestro Hung), il Pugilato della Grande Ondata  (洪拳)
  6. Pak Mei (“sopracciglia bianche”, nome religioso completo Baimei Shangren 白眉上人白眉拳
  7. Shaolin Lien Pu Ch’uan, il Pugilato per allenare le posizioni di Shaolin  (少林练步拳)
  8.  Lama Pai Kung Fu ( 喇嘛派 )
  9. Yīngzhǎopài, la scuola dell'artiglio d'Aquila  (鹰爪派)
  10.  Tsai Li Fo, il Pugilato dei Maestri Tsai, Li e Fo (蔡李佛)
  11.   Wu Dang Quan Kung Fu ( 武当拳)
  12. Ts’ui Pa Hsien Ch’uan, il Pugilato degli Otto Immortali Ubriachi (醉八仙拳)




Negli Stili Interni vengono studiati:
  1. T’ai Chi Ch’uan Lao Jia, il Taiji quan
  2.   Antica intelaiatura  (太极拳老架)
  3. Xing Yi Ch’uan, il Pugilato della Forma e della Mente  (形意拳)
  4. Ba gua Zhang, il Palmo degli Otto Trigrammi  (八卦掌)
La scuola ha due livelli di apprendimento: Chi e Chieh  ( Duan) , entrambi i termini
 significano grado, livello o rango; il Chi rappresenta il grado inferiore, la parte accademica di programma
 che precede la Cintura Nera, mentre Chie si riferisce al grado superiore dalla Cintura
 Nera in poi. La Scuola Li Ch’eng è caratterizzata da un programma di insegna-
mento ben delineato e comune a quasi tutte le associazioni che si fregiano di
 questo nome, differendo solo in alcuni punti. La ricostruzione che presentiamo
 in questa pagina tiene conto anche di queste piccole differenze, cercando ove
 possibile di fornirne una spiegazione storica.

   






Lei Tai ( 1960- Hong Kong)
 

                  

Ping qi shu (武器术)
 Studio delle armi





Armi lunghe


Sciabola (Dao) 
Sciabola a 9 annelli( Jiu Huan Dao) 九环刀
Sciabola Mandarina
文华刀
Spada (jian) 
Coltelli/Bi shou
Coltelli a farfalla"hu die Shuang dao , " 蝴蝶雙刀
Spade uncinate Tigre (Shuang gou)雙溝
Bastone corto (Pang)
Spada  ad 1 taglio Miao Dao (苗刀)
Ventaglio Shanzi (扇子)
Sai (TieChih) 铁尺
Mezze Lune(Lu JiaoDao)鹿角刀

Armi flessibili


Bastone (Gun) 
Lancia(Qiang) 羌族
Piccola alabarda (Ma Dao)馬刀
Grande alabarda( Kwan Dao) 关刀
bastone molto lungo( Cháng gùn) 長棍

   Armi da lancio

Stellette(Piao)
Corda da lancio con peso(Liu Shin)
Corda da lancio con uncino(Chua)


L’arco(Kung)
Armi corte


Nunchaku (Shuang jie Gun)雙節棍
Catena a 9 sezioni (chiu jie bien)九节鞭
Nunchaku a tre(san jie gun)三節棍
Bastone della sentinella(Shao Gun)


   Armi doppie

Doppie mazze(shuang Chui)
Doppie ascie(shuang Fu)
Tonfa(Kuai) 
Doppio bastone(Erh Pang) 
Doppia spada(shuang Jian)雙劍

Doppia Sciabola(shuang dao)


Nel corso della storia cinese le armi sono spesso state proibite da chi era al potere che invece, ovviamente, era ben armato, come lo erano gli eserciti, le guardie private e i briganti. Il popolo teneva le armi nascoste, sempre pronte a essere usate all'occorrenza. Le armi cinesi spesso erano fatte al momento a volte modificando gli attrezzi da lavoro affinché non venissero considerate armi proprie.
La vita in Cina era molto pericolosa e i contadini, per esempio, non dovevano organizzare difese soltanto contro gli animali feroci che distruggevano i raccolti ma anche contro le scorrerie di bande di briganti che li derubavano ed ancora, in certe epoche storiche, dovettero imparare a difendersi dai soprusi degli stessi soldati imperiali. Chi viaggiava da un villaggio all'altro doveva necessariamente essere armato. Ogni ceto sociale, ogni popolazione aveva la sua arma o usava il proprio attrezzo da lavoro in caso di necessità ed era buona cosa che chiunque si adoperasse molto per padroneggiarlo al meglio.
Il contadino quindi usava il forcone, la falce e i bastoni e perfino la zappa, anche quelli snodati usati per battere i cereali; il pescatore usava il remo e il boscaiolo l'ascia; il viandante si appoggiava al bastone mentre il mendicante alla stampella e all'occorrenza. Al giorno d'oggi le armi nel Kung Fu possono apparire fuori luogo e tempo, sepolte nella storia di un'arte marziale più legata alla tradizione cinematografica che non alla vita attuale. Viene da pensare che oggi ogni arma tradizionale cinese non possa avere alcun riscontro concreto di fronte alle situazioni di vita attuale. In realtà oggi le armi si continuano a studiare e ad amare perché attirano con quella particolare energia che gli appartiene, per quella vibrazione che non sfugge alla sensibilità del guerriero oggi come nel passato. Considerazioni meno retoriche fanno pensare a come sarebbe sciocco per un artista marziale avere a disposizione un'arma per difendersi e non saperla usare. Nel Kung Fu attuale le armi si classificano secondo diverse categorie tra cui le più caratteristiche sono:

Armi Yang:
armi proprie: estrazione militare: cioè nate come tali (come l'alabarda, la lancia e la spada).

Armi Yin:
 armi improprie: estrazione popolare cioè attrezzi da lavoro (spesso agricoli, o da pesca…) in seguito trasformati in armi.

Un'altra classificazione divide le armi in:
armi maschili, quelle che più si addicono all'uomo come ad esempio il Kuan Dao,
e le armi femminili, quelle che più si addicono alla donna come la Dan Bian e Shan.

L'energia delle armi:
 Tutte le armi possiedono una loro Energia Intrinseca, una sorta di anima che si può avvertire non appena se ne viene a contatto. E' necessario trovare la giusta sintonia con questa energia, la giusta via per imparare non a maneggiare ma a vivere l'arma. Spesso gli antichi maestri hanno celato nelle principali posizioni delle forme tradizionali di Kung Fu, i segreti dello stile, sfruttando simbologie e metafore filosofiche per suggerire al praticante la giusta impostazione mentale ed energetica.
Bastoni, spade, lance... dardi, forme, usi, materiali e storie diverse ma tutto legato da una magnifica energia, quella propria delle armi e di chi le padroneggia. Maneggiarle significa entrare in contatto con l'immenso passato storico delle arti marziali e non solo.

Lo studio delle armi negli stili di Kung Fu forgia il praticante a livello fisico ma, e soprattutto, lo affina a livello energetico e spirituale. L'arma offre l'opportunità di accorgersi da subito a quali e quante carenze siamo soggetti: non precisione, velocità scarsa, movimenti grezzi e non coordinati e, per chi combatte, tecniche pesanti e poco fluide.
Lo studio delle armi è la chiave per accedere, risvegliare e perfezionare certe qualità, come il maneggio di una lancia insegna la precisione e il colpo d'occhio, una spada dritta a due tagli offre l'eleganza e la grazia nelle tecniche paragonabili ai movimenti di una fenice, la velocità e la coordinazione saranno date dall'addestramento nella spada curva usata singola e in coppia, la forza e la stabilità delle posizioni da una potente alabarda, così a salire in una spirale di riscoperta delle potenzialità del proprio corpo e delle sue caratteristiche, ma studiando e maneggiando armi, si insegna al corpo a muoversi in modo insolito, come se fosse il prolungamento degli arti, a gestirsi in uno spazio ristretto nel caso di armi lunghe nel kwon.
La Spada
Nei tempi antichi bisognava padroneggiare le armi con la massima efficacia poiché ne dipendeva la vita di un guerriero o di un soldato. I soldati semplici erano armati di spada curva a 1 taglio TAN DAO (Dan dao) simile alla sciabola.
Si narra sia stata inventata per la prima volta dall'Imperatore Sui Ren Shi che la forgiò con l'oro mentre in seguito l'Imperatore Giallo, Huang Di (2698 a.C. - 2598 a.C.) la forgiò col bronzo. E' l'arma del Guerriero per eccellenza. Chiamata anche "Lama delle nuvole" è un'arma ottima e versatile a ogni distanza, grazie alla particolare forma a curva della lama, che permette di essere maneggiata seguendo tante e varie traiettorie, con colpi di punta e di taglio, sia in attacco che in parata. Si usa in genere con una mano sola, mentre con l'altro braccio si cerca di controbilanciare il movimento o si appoggia al suo "dorso" per attutire i colpi avversari.
Al contrario la spada dritta a 2 tagli Jian era per lo più il segno di distinzione non solo per gli alti ufficiali dell'esercito cinese. Rappresenta la maestria ed è considerata l'eleganza delle arti marziali. La lama di acciaio o ferro, molto spessa e resistente, permetteva di ben assorbire gli attacchi forti,(fui testimone nei primi anni ’70, dell’uso di un jian particolare, fatto di un metallo particolare che quando colpiva un’altra lama, vibrava cosi tanto da fare perdere all’attaccante la propria arma). I due fili della lama erano poco taglienti, perché utilizzati per intercettare e parare le tecniche di arma avversarie, soltanto la parte distale della lama era effettivamente tagliente.


La Lancia
Le lance comprendono armi anche differenti in struttura, forma, altezza, lunghezza e peso.
Sono molteplici le punte specializzate per queste armi. Nell'arsenale cinese si trova la testa dell'arma contornata da lame che servono a proteggere la punta centrale, che a sua volta vengono utilizzate per parare o attaccare l'avversario.
Le più comuni sono composte da un'unica punta, che può però avere misure differenti.
L'asta è quasi sempre a forma di cono che si stringe verso la punta per a dare elasticità all'arma mentre è più robusta nella parte opposta per avere una presa più salda quando la si usa.
I fiocchi colorati e le parti metalliche che suonano tra la punta e il legno servono sia per la coreografia dei movimenti e per ritmare le tecniche, sia per disturbare l'avversario durante il combattimento e nascondere la punta o per non far scolare la fuoriuscita di sangue dell'avversario colpito.


L'Alabarda
Il Generale Guan Kong, il "Dio della Guerra" avrebbe dato il suo immenso contributo e il proprio nome a un'altra delle armi principe della storia del Kung Fu: l'Alabarda Guan Dao.
Derivata dalla lancia nella forma è stata aggiunta di una o più lame all'estremità, anche queste diverse in modelli e fatture, e per controbilanciare il forte peso della lama è stato aggiunto un anello, o una punta in ferro o acciaio, in fondo al bastone. Quest'arma è capace di combinare le tecniche di taglio e gli agganci, alle stoccate, in movimenti diretti e circolari, rendendola un'arma versatile contro altre e, soprattutto, contro i cavalieri. La difficoltà principale di quest'arma risiede nell'esecuzione di tecniche che permettano agevoli e veloci cambi di direzioni. Per questo motivo l'allenamento si faceva con armi sempre più pesanti. Si dice infatti che il Generale Guan Kong usasse addestrarsi con un'alabarda di 27 Kg di peso.

Questo non deve stupire, ma far riflettere. Sono questi personaggi che hanno fatto la storia delle Arti Marziali ed è a questi personaggi che si deve il rispetto di una tradizione millenaria che ancora oggi si fa sentire viva nella mente e nel cuore di chi la pratica.


Come il Generale Guan Kong altri uomini come il Generale Yue Fei (maestro di Xing Yi) eroe popolare formidabile combattente, famoso per la sua lancia lunga 6 metri che usava prevalentemente a cavallo, mentre a terra combatteva con una lancia lunga 2-2,50 m; come il Maestro Chan Heung (fondatore del Choy Li Fut) esperto della "Alabarda dei 9 denti del Drago".
La superficialità di giudizio sulle arti marziali cinesi da parte della cultura occidentale portò circa un secolo fa a brutte sorprese: la formazione di coalizioni di nazioni nel tentativo di spartirsi la Cina con i suoi mercati. In verità una certa superficialità di giudizio vi fu anche da parte cinese, allora i sudditi del celeste impero, certamente quelli che comandavano, ritenevano la loro cultura assolutamente superiore a quella degli stranieri, e non avevano, di fatto, bisogno delle mercanzie offerte dalle altre nazioni. La bilancia commerciale Cinese era attiva per il commercio delle opere d'arte, artigianato, tessuti ma soprattutto di tè, non dimenticando la guerre dell’oppio…..


“Lo sciocco non perdona e non dimentica….
L’ingenuo perdona e dimentica……
Il saggio perdona ma non dimentica….”



continua.....



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